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mercoledì 19 novembre 2014

Lo spirito combattivo, si perde in un bicchier d'acqua.





Il mio trucco, per l'addormentamento non molesto prevede un racconto, uno diverso tutte le sere.

Ieri sera, ho tirato in ballo Diego De Silva, un "amico" di corta data, lo leggo da pochi mesi, Diego mi piace per il suo modo di scrivere e pensare in parole. 
Scrive dialoghi in cui "dice" e mette tra parentesi ciò che avrebbe voluto dire, ne viene fuori un personaggio borderline saggiamente divertente.

Nascono discorsi comuni e confusi sulla realtà umana, in cui si dice per convenzione, si sottintende per educazione, si pensa in privato come premio di consolazione.

Tutto questo per arrivare a capire perché ancora si parla della Uveite di B. e del becero modo in cui giornalisti accreditati hanno fatto “copia incolla”


Su chi deve far presa questa volta?

Per i comuni mortali è poco più di una congiuntivite, ma siccome giochiamo a "fàmo a chi sta peggio" parliano di Uveite, di dolore,  di cortisonici e di perdita della vista.

Punito, e dire che la Chiesa ti aveva avvertito!

Questa volta, ha riferito Mario Stirpe, presidente della Commissione del Ministero della Salute per la prevenzione della cecità', B. ha avuto una recidiva, una ricaduta che dovrà' essere trattata.

Cioè, per capirci, si è scomodato il presidente del ministero della salute, per informarci sulla salute, di un ex, solo che questa volta pur evidenziando l'aspetto tragico, non gliene frega niente a nessuno.
L'unico che probabilmente sta facendo i salti di gioia è Dudu', volesse il cielo la cecità, non sarebbe più' costretto a pirlare per riportar palline.

"E' in buone condizioni e sempre con lo stesso spirito combattivo"

Della serie, ce la farà, ancora, perché il sottotitolo dice, non tanto della salute sua, quanto della Nostra.



Non c'è gradualità nell'accadere delle cose.



Le cose succedono, come le malattie psicosomatiche.



B. è la nostra malattia psicosomatica.



Inutile aprire un inchiesta, ricercare le cause.



La medicina non è propriamente una scienza esatta, e quando non sa che pesci prendere, ti dice che sei stressato, una roba che ci sta sempre e ti evita di aprire una trattativa con te stesso per capire, quando sei uscito di casa senza la maglia della salute.

Lo stress, è figo, dice che sei in piena attività, dice che sei al mondo e che vivi forte.

Secondo le abitudini poco razionali della modernità.

Applicato il concetto all'affare B. suona più o meno così:

Sei stressato, ma la buona notizia è  che non sei solo. 
Ancora una volta, non sei solo a portare la croce.

Con te, oltre ai comuni mortali, che fanno le code e prenotano visite urgenti a distanza di mesi, c'è anche lui.

La tua croce la porti tu, la sua la portiamo tutti,in un afflato di commiserazione mista a menefreghismo collettivo?
MAGARI!
Serve a farci sentire che siamo miseramente umani, tutti!

 E' umano, come te, in ospedale mette il pigiamino come te, e viene ricoverato, non proprio come te.

Poco importa, il suo passare da super eroe a fragile essere umano,  lo avvicina alla mediocrità che ci meritiamo leggendo il bollettino medico sui giornali.

Quel che importa è che non è una di quelle notizie fresche nel momento giusto, è piuttosto un pessimo deja vue, riproposto, senza scopo apparente!

La buona notizia è che non ci sarà un susseguirsi di "bollettini medici"  è già finita, (e questo la dice lunga) lui è tornato a casa.

E' il tempo di, l'ora di, Renzi e del Koala Australiano (anche questo la dice lunga)

Ecco perché siamo stressati, e somatizziamo!

Dunque: Prima di correre in farmacia a spendere i vostri 80 euro in medicine, provate un metodo semplice: mi sento di suggerirvi, prima di colazione, un bicchiere d'acqua, "fa bene bere un bicchiere d'acqua alla mattina", lo dice il medico e anche Nanni Moretti, in -caro diario-

Disintossica, e se raggiunge lo scopo, vi farà cagare, un po' come leggere queste notizie sul giornale.

Il consiglio dunque è: Fate del bene al vostro intestino, preservatevi la vista,e permettetevi il lusso di non perdere di vista l'innegabile voglia di essere penosamente stressati.




















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