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venerdì 28 novembre 2014

Torero Torero olè!

Te fanno gira' a' capa sti ''fumette,''
guardannote 'into' 'o specchio
vuoi fare il Toreador
comme fanno a Santafe',
comme fanno ad ''Ollivud"
e cu' sta scusa, oi ni, nun studie cchiu'!...
                                  Renato Carosone



Patrizia Piange.

E abbandona l'aula di Tribunale, durante il processo a Bari.

L'accusa è di aver portato 26 donne, (alcune di professione escort) nelle residenze dell'ex Cavaliere.

Perché piange Patrizia?

Perché i Pm le fanno ascoltare una registrazione telefonica in cui lei, pattuiva 200 euro per una prestazione sessuale.

E lo credo che piange, 200 euro, per partecipare a un'orgia, evidentemente ora, quelle 200 euro le sembrano un insulto.

Ora!

Perchè prima invece, parevano essere un compenso adeguato per gli sguardi "cavallereschi".

Clarissa, Licia e lei, le prescelte.

Solo che il triangolo lei non l'aveva considerato e sul più bello lei fugge in lacrime e si rifugia in bagno.(L'immagine di B. seduto a bordo vasca e di Patrizia seduta sul Water non mi abbandona, scusate!)

A questo punto che succede??

Succede che i buon B. la raggiunge, la calma e  le mostra  un libro con tutte le ville che possiede nel mondo. Tutte! 

Quando finalmente, si convince ad uscire dal bagno e si guarda intorno, non può che non notare i piccoli oggetti preziosi sparsi per casa, a forma di farfallina, da regalare alle ospiti.

Il premio di consolazione, le asciuga le lacrime!

Questo la prima volta in cui era "ospite", e in cui probabilmente riceve e non dona la farfallina.


Il secondo invito, giunge, e la cosa si fa seria.
 
B. ha spiegato Patrizia,  comincia ad accarezzarla davanti alle altre ragazze e lei si imbarazza, scappa (di nuovo) in bagno e allora B. la rincorre (di nuovo), ma questa volta il librone delle favole lo porta in camera da letto. 
Sul letto, quel letto, regalo di Putin.

Lei decide che la seconda è quella buona per risolvere definitivamente i suoi problemi economici a Bari.

Ma non solo, da gran signore qual'è B, dopo aver ottenuto ciò che voleva, le dedica delle poesie, sottolineando che "gli uomini non sono tutti uguali".

E beh, di solito le poesie gli uomini, le dicono prima e non dopo.

Di solito non hanno a disposizione un book di tutti i loro possedimenti.

Di solito gli uomini non hanno la casa invasa da soprammobili preziosi a forma di farfallina.

Di solito la farfallina, la porta lei, e sempre di solito la porta  gratuitamente.

A questo punto mi sento in dovere di informare (gli uomini con il B. Factor) che il nuovo must, è un catalogo Immobiliare di tutto rispetto, e poeticamente raccontato, è bene saperlo, se vi piacciono le Patrizie plebee.

E le donne "Patrizia"? che si allenino a fuggire e piangere.
In amore si sa, vince chi fugge.

Riuscite a immaginarvelo?

Riuscite ad immaginare la fatica che questo pover uomo è stato costretto a fare per portarsi a letto Patrizia?

E vestiti a modino, e pensa al cadeaux, e compra ville e villoni per far scena e ripassa le poesie, e allenati a recitarle, e disdici l'appuntamento con Obama, e allena il tatto cavalleresco per farla sentire l'unica donna al mondo, e caccia le altre due quando vedi che lei è in imbarazzo, e carica la pompetta, e dai disposizioni al personale, e che fatica avere il B. Factor.



Vi prego, andate a guardare il sito ufficiale della D'Addario, (patriziadaddario.net) apprezzatene la colonna sonora scelta per la presentazione della prima pagina, e solo poi guardate le foto. 



E POI DITEMI COME CAZZO è POSSIBILE CHE B. ABBIA POTUTO PENSARE A UN "COMPENSO" PER SCOPARSELA??
 
IO PROPRIO non capisco!

E per di più il compenso di soli 200 euro?!?!?

E DAI PERO'!!!!!! 
UN PO' DI BUONGUSTO TORERO!

martedì 25 novembre 2014

Imbarazzante è: il pettinatissimo Priapo.

 
22 Novembre 2014 -Milano-


Il 22 Novembre Milano è stata colpita da un attacco d'arte.

Solo che "l'opera" questa volta non è di  Maurizio Cattelan, non sono bambini impiccati a un albero, ma cazzoni ben piantati su un piedistallo.

"Opera " che Repubblica definisce "hard", duro.

Che quando si tratta di genitali maschili, oltre a essere il preludio di un buon inizio, è da sempre rappresentazione del culto della fertilità e quindi in parole spicce, un portafortuna.


Opera che se vogliamo lascia spazio a mille interpretazioni, a partire dalla location scelta, Corso indipendenza.

Analizzo.

L'indipendenza è la situazione in cui un Paese non è sottomesso all'autorità di un altro.

E non è il nostro caso.

Proseguo.

Fertilità rappresentata dal fallo, auspicio di buona fortuna, più è grande il fallo, più fortuna si augura. 

Siamo ormai (e finalmente) stati disarcionati dal cavallo di uno stallone (o stalliere, fate voi)


Ma qualcuno sente il bisogno di ricordarci, che non è merito nostro? Forse!


Non è noto il nome dell'artista, e neanche il significato simbolico che lo stesso vuole ci arrivi come messaggio, è quindi aperto il gioco delle ipotesi.

Ma il messaggio a me sembra piuttosto chiaro.

Per la verità i messaggi sono cinque! 


Grandi, grossi e chiari.

Ma c'è di più.

La gallerista, improvvisata, che ha scoperto l'opera è Silvia Sardone, membro (guarda un po') della segreteria regionale di Forza Italia, che presa dalla sua attività di "movimentismo sul territorio", compie un mirabile lavoro, fotografa a 360 gradi l'opera e  ne parla come "una scultura imbarazzante".

Dovrei tacere, ignorare le origini politiche di Silvia, ed essere d'accordo con lei, se non altro per il perbenismo diffuso e profuso che vogliamo ci sia appiccicato in fronte in quanto donne, quando si parla di cazzi.


La parola "imbarazzante" detta da una casta suorina, suonerebbe corretta, per una serie di ovvie ragioni.

Il fatto che ad usarla (abusandone) sia un componente della segretaria di Forza Italia, imbarazza me. 

Ma dico io, proprio un membro di Forza Italia???
Il partito fallo-centrico per eccellenza!


Splendido ricordare la battutona, una tra le mille che B. fece alla dipendente di Green Power "scusi lei viene? quante volte? con che distanza temporale?"
oppure "Complimenti, siete così brave che mi viene voglia di invitarvi al bunga bunga!"

Di che imbarazzo stiamo parlando?

Forse di quello snervante a tratti grottesco, che per  anni B. ci ha propinato, e su cui ha, drammaticamente, lo dico io, fortunatamente deve aver pensato B. basato le sue scelte politiche, servendoci battute da Bar in gran quantità in tempi scenici di pessimo gusto.

Oppure di quello che vede  le nuove leve del partito, scelte tramite "casting", non colloqui.

A proposito di questo le zelante e improvvisata fotografa Silvia dice basta!
"basta casting perché, dice, rischiamo di diventare il partito delle figurine, ci vogliono menti e braccia in grado di fare proposte e organizzare gazebo, prima ancora che volti capaci di stare in TV."

Rischiamo di diventare?????? D.I.V.E.N.T.A.R.E.???

Ha sbagliato partito??? 

Si è resa complice della diffusione dell'imbarazzo, non tanto di quello artistico, quanto di quello più generale, di non voler dichiarare morto il pettinatissimo Priapo del nostri giorni e Fooooorza Iiiitaliaaaaa!

Perché se i volti, nuovi, hanno l'ardire di voler fare nuove proposte, o hanno scelto il partito sbagliato o si sono fatte possedere dalla sindrome di Stendhal verso "l'opera d'arte" sbagliata.


Che non è certo quella in Corso Indipendenza a Milano.
  
Nonostante ciò, auguro a tutti, tachicardia, capogiri, vertigini confusione e stati allucinatori, guardando l'opera hard di Corso indipendenza.

Stategli davanti con i piedi ben piantati a terra, e mi raccomando state dritti, se vi cade qualcosa dalle mani, non chinatevi, perchè le intenzioni e i messaggi dell'artista, a volte, e purtroppo, sono piuttosto ovvi!









lunedì 24 novembre 2014

Avamposto 42 verso il FuturA (e le scarpe sono rosa)


Il poster fantascientifico della Expedition 42



Samantha è partita alle 22.01 di ieri.

Samantha è una donna.

Ho detto donna, ma per convincermi ci ho messo un po.

Insomma donna sì, e ben oltre il concetto di "donna con le palle".

E non perché nella sua valigia ci sono solo magliette orrende e pantaloni taglio uomo, ma perché il concetto di femminilità per me, è difficilmente applicabile nello Spazio, e l'evidenza è che Samantha è la prima donna italiana ad andare nello Spazio, nello Spazio ci si va da dal 1960, e le donne dal 16 giugno del 1963.
 
Ho seguito il lancio, della "missione futurA", e mi sono domandata che razza di emozioni si provano in una situazione del genere.

Per capirci, l'essere umano (di genere femminile) allenato a comportarsi nel modo umanamente meno emotivo possibile, riesce a convincersi che "Don't panic" è una reale necessità di sopravvivenza?

Questo mi chiedevo ieri, durante il final countdown. 
Me lo chiedevo in quanto donna, ben sapendo che, è l'emotività che ci ha sempre fregato.

Insomma final può' voler dire final davvero, e la possibilità non è poi così remota, e Samantha lo sa.

Tanto che del suo ritorno, dice "il mio ritorno è previsto".

Previsto, ipotizzato, supposto, insomma ci siamo capiti.

La risposta è arrivata da sé , quando il pupazzetto che gli penzolava davanti alla faccia ha cominciato a volteggiare, e lei , con un sorriso vero stampato in faccia, non ha potuto resistere alla tentazione di guardar dal "finestrino", verso il buio, e con un movimento impacciato dai giganteschi guanti, ha chiesto un "passaggio in autostop"!

Se la fa facile lei, perché mai dovremmo farla difficile noi? 

Cambiando i punti di vista (femminili) , il risultato delle domande terrestri, nello spazio trovano una facile soluzione.

Acquietando, e di non poco, la mia emotività.

Prima di partire con stupefacente semplicità, ha stilato una lista delle altre cose da fare a gravità zero, una delle tante è:

Non doverti mai chiedere: quali scarpe metto oggi?

Insomma, è innegabilmente donna!

(Ovviamente le scarpe non centrano, ma tirarle in ballo in modo intelligentissimo la avvicina all'umano!)

La prima donna italiana nello Spazio!

Il futuro finisce per A, come missione FuturA, come SamanthA.

Buon viaggio!






giovedì 20 novembre 2014

L'ultima sigaretta!



                        Trova le differenze




 
Tremila è una cifra considerevole.

Speculativamente fossero euro, una vacanza di tutto rispetto.

Trattandosi di persone, per di più morte, sono funerali con bare di lusso, molti fiori, e, una più che degna sepoltura. 

In teoria.

Solo che la dignità, è stata negata, tanto alla sepoltura, quanto al sepolto, compresi i restanti indignatissimi parenti.

Loro urlano "vergogna vergogna".

Hanno ragione, e sono fin troppo civili ed educati per questo paese che infierisce ancora sulla loro vita, e su quel posto vuoto, che renderà triste un natale dopo l'altro.

La cassazione annulla la condanna Eternit di Casale Monferrato.

Il verdetto annulla quindi i risarcimenti ai famigliari, e le istituzioni locali.

Come se bastasse del denaro, a ripagare il vuoto.

Quel denaro che non solo non arriverà, c'è anche quello che uno dei parenti delle vittime dovrà versare per il pagamento delle spese processuali, perché escluso dal diritto agli indennizzi.



Cornuto e mazziato, un po' più degli altri duemilanovecentonovantanove.



Insomma nel peggio, c'è anche il peggio del peggio.



La sentenza annullata è quella di giugno che chiedeva 18 anni di reclusione per disastro ambientale  doloso al Manager svizzero
Stephan Schmidheiny.

Lo stesso che, alla lettura della sentenza, che lo assolve ha l'ardire di pronunciare una genialità sconfortante: 
"Basta con processi ingiustificati!"

Ingiustificati punto esclamativo, ci avesse anche messo una parolaccia, avrebbe rafforzato il concetto, non fosse chiara l'intenzione.

Perché questo è, per lui, processi senza senso e gente che secondo lui si sarebbe ammalata per pura fatalità.

In barba a tutto ciò che forse non si sapeva nel 1966, ma si sa oggi, e cioè che l'amianto uccide.

Non si sapeva nel 66, si è saputo dal 70, e per quarant'anni si è continuato a lavorare amianto, senza dotare i lavoratori dei dispositivi di protezione, che è uguale alla consapevolezza di essere assassini.

Ma lui non si sente un assassino e il processo serve a confermare che lo svizzero ha ragione.

Riposino in pace i morti,con la consapevolezza di essere coperti da un terreno malato, che nutrirà i propri restanti cari.

Gli attuali 800 malati?

Che non facciano tante storie! 
Lo stato italiano prevede cure gratuite per tutti, e quindi un posto riservato in un ospedale pubblico per morire. 
Nella migliore delle ipotesi i parenti verranno omaggiati di un paravento da mettere tra il letto del moribondo e quello che è meglio non veda ciò che gli  toccherà in sorte.
Discrezione e rispetto per la morte insomma, non siamo mica animali! 
D'altra parte poi, cosa hanno gli ospedali italiani di diverso da quelli svizzeri?

Si mettano tutti il cuore in pace, tocca rassegnarsi alla giustizia ingiusta, e puntare su un processo bis, diluendo la pena con il tempo che passerà.

Perché il buon Stephan qualcosa l'ha fatta quando si è reso conto della moria del "suoi" operai.

Li ha invitati, a smettere di fumare!

Che crudeltà negare l'ultima sigaretta a tremila condannati a morte.

Non trovate?







mercoledì 19 novembre 2014

Lo spirito combattivo, si perde in un bicchier d'acqua.





Il mio trucco, per l'addormentamento non molesto prevede un racconto, uno diverso tutte le sere.

Ieri sera, ho tirato in ballo Diego De Silva, un "amico" di corta data, lo leggo da pochi mesi, Diego mi piace per il suo modo di scrivere e pensare in parole. 
Scrive dialoghi in cui "dice" e mette tra parentesi ciò che avrebbe voluto dire, ne viene fuori un personaggio borderline saggiamente divertente.

Nascono discorsi comuni e confusi sulla realtà umana, in cui si dice per convenzione, si sottintende per educazione, si pensa in privato come premio di consolazione.

Tutto questo per arrivare a capire perché ancora si parla della Uveite di B. e del becero modo in cui giornalisti accreditati hanno fatto “copia incolla”


Su chi deve far presa questa volta?

Per i comuni mortali è poco più di una congiuntivite, ma siccome giochiamo a "fàmo a chi sta peggio" parliano di Uveite, di dolore,  di cortisonici e di perdita della vista.

Punito, e dire che la Chiesa ti aveva avvertito!

Questa volta, ha riferito Mario Stirpe, presidente della Commissione del Ministero della Salute per la prevenzione della cecità', B. ha avuto una recidiva, una ricaduta che dovrà' essere trattata.

Cioè, per capirci, si è scomodato il presidente del ministero della salute, per informarci sulla salute, di un ex, solo che questa volta pur evidenziando l'aspetto tragico, non gliene frega niente a nessuno.
L'unico che probabilmente sta facendo i salti di gioia è Dudu', volesse il cielo la cecità, non sarebbe più' costretto a pirlare per riportar palline.

"E' in buone condizioni e sempre con lo stesso spirito combattivo"

Della serie, ce la farà, ancora, perché il sottotitolo dice, non tanto della salute sua, quanto della Nostra.



Non c'è gradualità nell'accadere delle cose.



Le cose succedono, come le malattie psicosomatiche.



B. è la nostra malattia psicosomatica.



Inutile aprire un inchiesta, ricercare le cause.



La medicina non è propriamente una scienza esatta, e quando non sa che pesci prendere, ti dice che sei stressato, una roba che ci sta sempre e ti evita di aprire una trattativa con te stesso per capire, quando sei uscito di casa senza la maglia della salute.

Lo stress, è figo, dice che sei in piena attività, dice che sei al mondo e che vivi forte.

Secondo le abitudini poco razionali della modernità.

Applicato il concetto all'affare B. suona più o meno così:

Sei stressato, ma la buona notizia è  che non sei solo. 
Ancora una volta, non sei solo a portare la croce.

Con te, oltre ai comuni mortali, che fanno le code e prenotano visite urgenti a distanza di mesi, c'è anche lui.

La tua croce la porti tu, la sua la portiamo tutti,in un afflato di commiserazione mista a menefreghismo collettivo?
MAGARI!
Serve a farci sentire che siamo miseramente umani, tutti!

 E' umano, come te, in ospedale mette il pigiamino come te, e viene ricoverato, non proprio come te.

Poco importa, il suo passare da super eroe a fragile essere umano,  lo avvicina alla mediocrità che ci meritiamo leggendo il bollettino medico sui giornali.

Quel che importa è che non è una di quelle notizie fresche nel momento giusto, è piuttosto un pessimo deja vue, riproposto, senza scopo apparente!

La buona notizia è che non ci sarà un susseguirsi di "bollettini medici"  è già finita, (e questo la dice lunga) lui è tornato a casa.

E' il tempo di, l'ora di, Renzi e del Koala Australiano (anche questo la dice lunga)

Ecco perché siamo stressati, e somatizziamo!

Dunque: Prima di correre in farmacia a spendere i vostri 80 euro in medicine, provate un metodo semplice: mi sento di suggerirvi, prima di colazione, un bicchiere d'acqua, "fa bene bere un bicchiere d'acqua alla mattina", lo dice il medico e anche Nanni Moretti, in -caro diario-

Disintossica, e se raggiunge lo scopo, vi farà cagare, un po' come leggere queste notizie sul giornale.

Il consiglio dunque è: Fate del bene al vostro intestino, preservatevi la vista,e permettetevi il lusso di non perdere di vista l'innegabile voglia di essere penosamente stressati.




















venerdì 14 novembre 2014

Scuole pro omosessuali cercasi




Titolo: Milano, la Curia ai professori di religione "segnalateci le scuole pro omosessuali".

A più di 6000 insegnanti (di religione) è stata recapitata on line la missiva, da parte di Don Landi, collaboratore di Don Gian Battista Rota.

Quando pero', a qualche Prof, è venuta l'idea di renderla pubblica, inviandola a Repubblica, la lettera è sparita, insieme alla tabella da compilare.

La Curia, prima l'ha chiamata "indagine informale" e in serata questa indagine ha trovato la solita traduzione in "interpretazione sbagliata" da parte dei lettori tutti, insegnanti di religione qualche.

Sono passate 23 ore, e la richiesta di "percezione precisa" della Chiesa in fatto di Gender trova, almeno in me, la chiara percezione che non ci siamo!

Invito, Rota, a rileggere quanto scrivono i suoi collaboratori e lo invito a dettare in una lingua che conosce bene, come il latino ad esempio, così da evitare interpretazioni pruriginose da parte della collettività.

Perché la Curia, nell'intento, probabilmente aveva intenzione di proteggere le sue pecorelle, recuperare quelle smarrite, e aumentare il gregge  "per presentare, dentro la società plurale, la visione cristiana della sessualità in modo corretto e rispettoso di tutti”.

Le iniziative culturali, proposte dalle scuole sui temi di attualità, interessano Don Rota.

E ho un dubbio, ma non lo posso dire.

La scuola si trincera, perché ancora gli insegnanti intelligenti esistono, e loro si che, proteggono il loro lavoro, e i loro studenti.
Li proteggono dalla religione che insegnano, li proteggono dalle false storie, in cui l'oratorio è l'Eden dove imparare l'amore per il prossimo (se è vestito di nero, tanto meglio).

Perché alla Curia milanese interessa la visione cristiana della sessualità? 
Esiste un modo corretto e rispettoso di fare sesso secondo Dio?


Certo che si, la ricetta ufficiale prevede  un uomo, una donna e i figli che Dio vorrà donargli e zero divertimento (e quella ricetta ufficiosa, indecente e sconvolgente mi sento di definirla Cristianità fusion!)

E adesso lo dico.

I preti pedofili, e violentatori di ragazzini minorenni non sanno leggere i ricettari ufficiali!

E non è questa la cosa grave.

Grave è chiedere un anagrafe delle vittime, grave è il lavaggio di coscienza e il senso di colpevolezza che creano nei predestinati.

Grave è interessarsi di sesso chiamandolo corretto.

Da che pulpito viene la predica?

Non hanno le idee chiare neanche i ragazzini, nell'età delicata in cui si trovano, testano, provano assaggiano, e dati gli ormoni impazziti si "conoscono" spesso da soli, per conto dei loro ormoni , e alla favoletta del diventare ciechi, non credono più.

Sarebbe bene chiarire un concetto, di base.

Nessuno diventa, tutti nascono.
Nascono con un Dna preciso, con delle pulsioni precise, e crescono con gran confusione, perché devono spiegare cio' che è la loro natura.

Non sto parlando di Adamo ed Eva, ma di Adamo- Adamo e di Eva-Eva.

E dunque non del paradiso celeste, ma dell'inferno terrestre in cui sono stati messi al mondo e in cui gli tocca vivere, ogni giorno.

La Curia voyerista chiede il conto, in nome e per conto del suo principale.
Mentre Papa Francesco sorride spalancando le braccia, i suoi operatori tacciono e chiedono bisbigli, guardando dal buco della serratura, e quel che è peggio è che sono in cerca di devoti affiliati.



Io davvero non avrei voluto tirare in ballo di preti pedofili, ma se di sesso gay sto scrivendo, sarebbe bene che prima di insegnare la visione cristiana della sessualità, avessero tutti gli addottrinatori, una visione normale del mondo che li circonda.

Perché poi non basta chiedere scusa, far sparire le prove, dire tante preghierine, e suicidarsi per la vergogna.

Non basta morire per essere dimenticati!