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giovedì 8 gennaio 2015

Abbiamo tempo fino a fine gennaio per farci gli auguri.

Parigi, 07/12/2015 ore 11.30 rue Nicolas-Appert, civico 6.

Il citofono è quello sbagliato.

Quello da colpire al cuore è il 10.

Pochi metri più in là, 12 vite, che si sono alzate presto hanno fatto colazione, baciato la propria moglie o il proprio figlio prima di uscire di casa e forse, si sono appuntati "comprare il latte per domani",  non ci sono più.

Gente che lavorava per un giornale “bete e méchant”, bestiale e cattivo, di estrema intelligenza, quella della satira, che ride e dissacra la vita che fa paura. 

Gente che con la matita, si ostinava a difendere la liberté, più volte sono stati censurati e  chiusi e poi si sono riaperti, e hanno continuato.

Fino a ieri, fino alle 11.30.

L'errore, i terroristi,  non li ha fermati, ne il civico sbagliato, ne la scarpa persa, ne un barlume di umanità, niente.

Macchine da guerra istruite a non pensare, ma programmate per uccidere, 8 giornalisti, 1 uomo delle pulizie, 1 ospite della redazione, 2 poliziotti.

E siamo a dire, attacco alla libertà di espressione!

E siamo a parlare di religione!

E siamo a dire di moschee , religioni e religiosi creatrici di mostri!

E siamo bestiali e cattivi.

E abbiamo la pretesa di insegnare la civiltà giusta, con le missioni di pace, e le armi intelligenti!

Grazie Bush!

E siamo a cercare l'uomo nero.

E siamo a difendere noi stessi prima di tutto.

Perché "noi valiamo".

Quelli di Guantanamo, vestiti di arancione invece no.

E siamo a dire "una risata li seppellirà", mentre l'odio e il dolore seppellisce noi.

E siamo ancora e drammaticamente in ginocchio, alzando la guardia verso un nemico invisibile che troviamo nei mussulmani tutti (o quasi).

Il primo nemico di oggi, ha 18 anni, 18!

Poco piu' che un ragazzino, poco meno di un uomo, che per paura? per lucidità?, per egocentrismo, perché cazzo non lo so, si è consegnato spontaneamente alla polizia.

Gli altri due sono reduci dalla guerra in Siria, 34 e 32 anni.

Reduci!

Come noi, come diceva Marcello Marchesi (umorista anche lui)negli anni 70, Siamo i superstiti di turno del massacro continuo. 

E siamo alla lucida follia, quella che racconta la storia di Ahmed, e la racconta così:

"42 anni, poliziotto francese che lavorava al commissariato centrale dell’XI arrondissement. Ahmed è un nome musulmano che significa «la persona che loda dio», oppure «più degno di lodi». Non era quindi un «francese autoctono», secondo la terminologia delle polemiche francesi di queste settimane su islam e integrazione. Ahmed era però abbastanza integrato da fare parte della polizia francese, e da morire in quanto francese sotto i colpi sparati in nome di una religione che forse era anche la sua."

Autoctono? come le verdure prodotte a Km 0.

Integrazione, come ospite, come tu non sei originale, ma va bene lo stesso, a patto che punti le armi nella direzione giusta, che muori in quanto francese, perché abbiamo anche noi bisogno di martiri, e torna comodo dire francese non autoctono e ucciso dai suoi fratelli.

Contraddizioni che aiutano noi a puntare il dito contro gli altri, lo vedi Ahmed, i tuoi fratelli ti hanno ucciso in nome del tuo lodato Dio.
  
Un Dio sbagliato.

E avanti così, perché noi valiamo, poco importa se ignoriamo.

Noi, non Charlie Hebdo.



"Ancora nessun attentato in Francia", si legge sul disegno, mentre un talebano armato risponde: "Aspettate. Abbiamo tempo fino a fine gennaio per farci gli auguri".


 

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