Venezia 2020 |
Lui: "Mi tolgo 10-20 secondi delle mie parole e quindi mi taccio e dedico l'eterno riposo ..."
Lei: "Se vuoi io lo dico perché tanto tutte le sere faccio il rosario"
Al di là dell'Italiano masticato male e ruttato peggio, e tralasciando anche il fatto che il rosario si recita, e ci si lascia fare dalla litania conseguente, e riuscendo a dimenticare che io a rosari e rusumada son venuta grande, nonostante il finalone con l'eterno riposo, mi facesse sciorinare in automatico la lista dei parenti da salvare, ma che davvero c'è bisogno di prendere a calci nel culo il buongusto?!
Sto cercando un modo per digerirlo ironicamente, ma non mi riesce, so diventare la peggio stronza, e la migliore delle buffone, so quello che faccio ma evidentemente non capisco quello che fanno gli altri. Lei e Lui seguono un copione, oggettivamente terribile, cavalcando l'onda, lui ha fatto eterne orazioni sventolando rosari, rivendicando i diritti della famiglia tradizionale, fottendosene allegramente dei diritti umani, in nome dei quali molta gente è morta (e continua a morire) lasciando a pane e acqua i figli messi al mondo, lei è sempre in TV, ripete che è sotto testata giornalistica e ad andar bene invita la tettona di turno, che imbarazza per quanto nulla ci mette senza mai riuscir a far parlare di sé. E andrebbe pure bene, in un momento in cui in TV e ovunque non si parla d'altro che di Coronavirus, andrebbe bene dico davvero, non aspettarsi niente, guardare, ascoltare, dimenticare, buttare cose senza valore, che occupano gli istanti in cui meglio una cazzata di indiscusso dubbio gusto dell'angosciante conta dei nuovi incoronati e dei superstiti.
Ma c'è un limite alla sublimazione della paura, ci deve pur essere, un istante in cui lui e lei si specchiano l'uno negli occhi dell'altra e si dicono, ok, basta, siamo andati oltre, finiamola qua.
E no, quel limite non c’è, nella loro testa non esiste quel cassettino che di chiama decenza, o non c'è o è chiuso a chiave e il carceriere, la chiave, se la tiene nelle mutande.
Il concetto di decenza, seppur tenuto al caldo non lievita e vìola l'intimità profonda che non sta nelle mutande ahimè!
L'intimità di chi, non sa più a chi affidare le speranze e pur di uscirne prega, un dio qualunque magari, e prega, per parlare a sé stesso con le parole degli altri, perché le sue, magari non le ha smarrite, o le ha affatto o non contengono il conforto della speranza cieca che non chiede dati oggettivi, ma va a casaccio, pur di trovare quiete.
L'intimità di parlare con chi non c'è più, è una profonda esigenza, che prima o poi si fa sentire, e dall'altra parte, si vorrebbe che stessero svegli che non dormissero eternamente perché sono la luce perpetua di chi gli parla, li cerca, ha bisogno di raccontarsi!
Il sublime nulla, in cambio di un esamino di coscienza di tutto rispetto.
Ho visto il video, e niente, la parte buffona di me si toglie 10/20 secondi per tacere e mettersi all'ascolto di tutti quelli che a loro modo ci credono, a loro modo pregano, e sperano, e lo fanno non dando retta ai cialtroni che vendono merda, illudendovi di farvi mangiare cioccolata.
"Vi prego, non usciamo sa 'sta quarantena come persone (molto) più orrende di quello che già siamo. Cerchiamo di rimanere un'alternativa preferibile al Coronavirus" (cit.Zerocalcare)
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