Powered By Blogger

mercoledì 6 luglio 2016

Onore e Onere

Mi sono svegliata male.

Ieri sono rientrati Nadia, Claudio, Vincenzo, Claudia, Simona,Adele, Maria, Cristian e Marco.
Sono rientrati sdraiati, e senza più respiro.
Ho guardato le loro facce sorridenti, mentre erano ancora vivi.
Già, perché da morti non si sorride.
A volte non si sorride neanche quando si è vivi.
Solita cerimonia a Ciampino.
In onore delle vittime della strage di Dacca il Parlamento Italiano ha osservato un minuto di silenzio e raccoglimento.

L'onore è il motivo per cui mi sono alzata male stamattina.

Io non ci voglio entrare nelle questioni di onore.
Perché l'onore uccide.
Non ci voglio entrare in questa grande famiglia, che piange i morti.
Non ci voglio entrare, e mi scuserà Mattarella ma io e la mia auto percezione siamo incazzate, che fa rima con spaventate.

Mi sono svegliata male stamattina.
 
E non è andata meglio, quando ho realizzato che all'interno della mia famiglia c'è chi pensa che io sia cogliona.
Cogliona perché non so giocare a "trova le differenze".


Cogliona perché nella foto in bianco e nero, ci vedo mio nonno, emigrato in Australia per spaccare pietre. Due mesi di viaggio in mezzo al mare, pagato all'arrivo da mesi di lavoro.
Quattro anni è rimasto lì, e quando è tornato, la sua prima figlia aveva imparato a parlare e camminare, senza di lui.
E' morto di Silicosi, quando la sua ultima figlia aveva da poco imparato a chiamarlo Papa'.
Nel frattempo ha lavorato, lavorato, lavorato, lavorato, per sfamare tutti, ed erano in otto.
Otto più uno.
Quell'uno in più non era figlio loro, ma un bambino nato da una donna che non aveva latte per tenerlo in vita.
Mia nonna, gli ha regalato un seno per un anno, tenendo l'altro per suo figlio.
Ha diviso a metà il suo amore, le tenerezze, e si è tenuta per sé  fatica e fame.  
La nona creatura, è diventato un uomo, si è trasferito, ironia della sorte, in Australia, e mai ha dimenticato la sua Balia, si sono scritti per più di novant'anni.

All'angelo piangente che non conosce pietà, volevo ricordare, che uno degli otto, è suo padre.
Che è "venuto grande" grazie ai suoi genitori, che la differenza l'hanno fatta, lasciando da parte l'egoismo e che ci hanno insegnato a pensare a "nostro" come una possibilità di sopravvivere tutti.

Nostro è il dovere di lasciare da parte l'onore, e ricordare l'onere che abbiamo e che ha, nei confronti di nove persone più uno.
Nadia, Claudio, Vincenzo, Claudia, Simona, Adele, Maria, Cristian e Marco non possono più ringraziarla per il buon lavoro che farà.
Il più uno è figlio suo, e vorrei tanto potesse ringraziarla un giorno, per essere stata una madre che ha ceduto un seno a uno sconosciuto e si è tenuta per sé la fatica di convivere l'odio.

Nutro grandi speranze.

Ma si sa io sono cogliona!








Nessun commento:

Posta un commento