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mercoledì 10 febbraio 2016

Sa(n)remo dei rincoglioniti?

Tra morti e feriti anche quest'anno parte il Festival della canzone Italiana.

Sessantasei Glorie aprono la 66esima edizione.

Le mie maledizioni sono ben più di sessantasei, facciamo un cento secco, cento come gli euro che gli abbonati, pagheranno.
Abbonati, che non hanno la libertà di telefonare a un numero verde, e disdire l'abbonamento.  
Abbonati senza voce, senza capacità di scelta, senza diritti.

In Italia cantiamo, ma non ci passa mai la voglia di maledite il prossimo.

E se il prossimo è Mamma Rai che con scoraggiante la vigliaccheria non guarda negli occhi i propri figli e li deruba i soldi della paghetta, è di gran lunga peggio di Madalina vestita da Tiger Man.

Il che è tutto dire.

A questo punto vorrei che il jingle di apertura del Festival fosse la sigla del cartone animato dell'uomo tigre.
Tanto per esser coerenti, quel tanto che basta.

Sia mai ci venga in aiuto, ad esempio, per ritrovare il grande cuore che sa cos'è l'amore e combatte solo per la libertà.

Invece, ecocardiogramma piatto, linea dritta biiiiiiiiiiiiippppppppp
Lo stiamo perdendo, anzi è già morto!

Resta sul campo il mio cadavere, che, per di più, puzza già di vecchio.

Sono stata colpita a morte dal silenzio esausto di Elton Jhon che sussurra che è contento di essere papà, dentro a un  microfono addobbato con nastri arcobaleno, per buona pace di tutti, bandiera della pace esclusa.

La Pausini, si impegna a spiegare il significato del titolo del suo ultimo album, Simili prima di cantare  "siamo simili perchè siamo uguali".

Ma da quando analogie e somiglianze significano uguaglianza?!?

Ok, ho dei problemi con la comprensione del testo, fuor di dubbio.

Fuor di metafora invece, mi vien da pensare che visto quello di cui si discute in parlamento, sarebbe il caso di non creare confusione a oltranza.

Voi riuscite ad accontentarvi delle similitudine e dei sussurri pagati oro quanto non pesano?

Io vorrei che la televisione pubblica tacesse, piuttosto che abbracciare tutti e non fa capire un cazzo a nessuno.

Da che parte stai Mamma Rai?

Io vorrei saperlo prima, prima la ciabatta che mi hai tirato, trovi il centro della mia faccia, colpendomi dritto al cuore.

Mi tiri una ciabatta, perchè non ascolti, promettendomi che il resto me lo darà papà.
Ti interessano gli Ascolti dell'eco che fanno le tue urla che sei sottomessa quanto me all'uomo padrone, al padre padrone.

Tu non denunci mai, preghi soltanto Sanremo o un santo qualunque.

Fai del tuo meglio, inviti Elton, riempi la sua bocca di biscotti amari, purchè mastichi e stia zitto.
Vesti da tigri le tue figlie adottive, ma le educhi ad essere gattini casalinghi.
Le tue figlie italiche sono una maschera dialettale scomposta, colma di lustrini che abbagliano le coscienze.
Il naufrago dell'esplosione non vede al di là del suo naso, neanche con gli occhiali.
C'è pure la caricatura degli sposi, lei e lui, orfani di garbo e buongusto.

Io ne ho piene le palle di messaggi subliminali, io voglio idee chiare, confini precisi oltre cui guardare, voglio non essere d'accordo con te, voglio poterlo dire, nell'attimo esatto il cui la ciabatta che mi hai tirato cadrà, e la mia faccia brucerà di dolore.

Voglio che il male che sento abbia un senso!


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