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giovedì 25 febbraio 2016

Portatori sani di corna

 
NO!


Le vedete anche voi, sì!?

Quelle grandi corna che spuntano sulle teste degli omosessuali, intendo, le vedete?

Se non avete ancora affinato gli occhi verso questa sensibilità, sappiate che i portatori sani di corna, sono gay!

Per tutti gli altri, vige l'obbligo di fedeltà reciproca, giurata davanti a Dio, in un afflato poetico di fiducia verso se stessi, l'altro/a, e la convinzione cieca che mai succederà, convinzione che dura il tempo di un sì, salvo che tra i testimoni non ci sia l'amante di turno.

Questa, la geniale distinzione, che il Governo ha messo gioco, per non far somigliare troppo le unioni civili al matrimonio.

Nessuna possibilità di intentare causa di separazione con addebito per colpa(delle corna) da parte di gay e lesbiche.
E qualche forzista (Gabriella Giammanco) si infuria chiedendo  perché ai gay vengono consegnati più diritti che doveri. Pero'!
Il sospetto che Gabriella abbia qualcosa per cui la legge ad personam le farebbe comodo, perdonatemi, ma mi è balenato in mente.

Quanta invidia eh?!?!
 
Dai, parliamoci chiaro, fate una breve lista dei vostri amici sposati, siete pronti a farvi amputare una mano spergiurando sulla loro fedeltà?!
Io no, perchè faccio confusione.

Se faccio la lista dei miei amici sposati, non riesco a pensare che l'indole sia differente tra omosessuali e eterosessuali.
Da che mondo è mondo ci sono in giro più cornuti che anime!
E le anime sono pari, sia che abbiano giurato davanti al loro Dio, sia che abbiamo giurato guardando negli occhi il Dio con cui condividono colazioni e vita.

E dunque spero che a chiarirmi il concetto arrivi qualche prestigioso studio universitario che indiscutibilmente mi confermi che il bipolarismo è gay puntofinedellaquestione.

Perchè se ha dirlo è Alfano, a me qualche dubbio sinceramente sorge!

Facciamo un gioco, senza tirare in ballo i sentimenti, che a quanto pare non sono presi in considerazione:

1.Immaginiamo due uomini in un grande lettone, la porta si spalanca, è il lui di uno dei due!

2.Immaginiamo due donne in un grande lettone, la porta si spalanca è la lei di una delle due!

3.Immagiamo un uomo e una donna in un grande lettone, la porta si spalanca è il lui di lei, o la lei di lui.

Quanto diverse possono essere le reazioni!?

Che la cosa faccia arrabbiare entrambi è fuor di dubbio, ma attenzione attenzione, per archiviare l’unione di due gay basteranno tre mesi mentre per quella di due etero ne serve un anno se non il doppio o spesso il quadruplo. 
In tal caso per la coppia numero tre saranno cazzi amari, indipendentemente dal numero di cazzi coinvolti!

E chi non la vorrebbe un unione "matrimoniale" così?!?!

La vogliono gli etero di certo. O almeno tutti quei fedifraghi, che cornificano con quel leggero movimento di panza, ultimo accenno di coscienza che rimane giusto il tempo di togliere le mutande.

Non la vogliono i gay, che si sentono discriminati, ancor prima di immaginare di cornificare il proprio partner.

Morale alla fine è saltata fuori una legge utile soprattutto a definire l’indole omosessuale, almeno nella visione di una parte del Parlamento.

Ecco, adesso sapete come comportarvi se nel lettone ci siete sdraiati voi. Che siate in compagnia di una persona del vostro sesso o no, vi conviene urlare sempre: "CARA/O NON E' COME SEMBRA, IO SONO GAY!"

Non sperate nella comprensione che eviterà crisi isteriche, i pianti e qualche schiaffone ben assestato, siate certi pero', che il Parlamento tutto sarà pronto a giustificarvi. Pensandovi donatori di corna per questioni "diverse" da quelle comuni.

Se questo vi dà il passaporto per la felicità, e un risparmio sulle spese dell'avvocato divorzista, non vi costerà poi tanto rinunciare alla dignità!

La dignità di essere giustificati nell'essere profondamente stronzi per indole, mica per convinzione!

La dignità della politica italiana,  che si permette di decidere degli esseri Umani si riassume con la dichiarazione di Scilipoti. "Formigoni ce lo ha insegnato, anche un frocio può reggere lo stato"

Ecco appunto! Giusto per marcare la differenza tra Uomini e no!

 





mercoledì 10 febbraio 2016

Sa(n)remo dei rincoglioniti?

Tra morti e feriti anche quest'anno parte il Festival della canzone Italiana.

Sessantasei Glorie aprono la 66esima edizione.

Le mie maledizioni sono ben più di sessantasei, facciamo un cento secco, cento come gli euro che gli abbonati, pagheranno.
Abbonati, che non hanno la libertà di telefonare a un numero verde, e disdire l'abbonamento.  
Abbonati senza voce, senza capacità di scelta, senza diritti.

In Italia cantiamo, ma non ci passa mai la voglia di maledite il prossimo.

E se il prossimo è Mamma Rai che con scoraggiante la vigliaccheria non guarda negli occhi i propri figli e li deruba i soldi della paghetta, è di gran lunga peggio di Madalina vestita da Tiger Man.

Il che è tutto dire.

A questo punto vorrei che il jingle di apertura del Festival fosse la sigla del cartone animato dell'uomo tigre.
Tanto per esser coerenti, quel tanto che basta.

Sia mai ci venga in aiuto, ad esempio, per ritrovare il grande cuore che sa cos'è l'amore e combatte solo per la libertà.

Invece, ecocardiogramma piatto, linea dritta biiiiiiiiiiiiippppppppp
Lo stiamo perdendo, anzi è già morto!

Resta sul campo il mio cadavere, che, per di più, puzza già di vecchio.

Sono stata colpita a morte dal silenzio esausto di Elton Jhon che sussurra che è contento di essere papà, dentro a un  microfono addobbato con nastri arcobaleno, per buona pace di tutti, bandiera della pace esclusa.

La Pausini, si impegna a spiegare il significato del titolo del suo ultimo album, Simili prima di cantare  "siamo simili perchè siamo uguali".

Ma da quando analogie e somiglianze significano uguaglianza?!?

Ok, ho dei problemi con la comprensione del testo, fuor di dubbio.

Fuor di metafora invece, mi vien da pensare che visto quello di cui si discute in parlamento, sarebbe il caso di non creare confusione a oltranza.

Voi riuscite ad accontentarvi delle similitudine e dei sussurri pagati oro quanto non pesano?

Io vorrei che la televisione pubblica tacesse, piuttosto che abbracciare tutti e non fa capire un cazzo a nessuno.

Da che parte stai Mamma Rai?

Io vorrei saperlo prima, prima la ciabatta che mi hai tirato, trovi il centro della mia faccia, colpendomi dritto al cuore.

Mi tiri una ciabatta, perchè non ascolti, promettendomi che il resto me lo darà papà.
Ti interessano gli Ascolti dell'eco che fanno le tue urla che sei sottomessa quanto me all'uomo padrone, al padre padrone.

Tu non denunci mai, preghi soltanto Sanremo o un santo qualunque.

Fai del tuo meglio, inviti Elton, riempi la sua bocca di biscotti amari, purchè mastichi e stia zitto.
Vesti da tigri le tue figlie adottive, ma le educhi ad essere gattini casalinghi.
Le tue figlie italiche sono una maschera dialettale scomposta, colma di lustrini che abbagliano le coscienze.
Il naufrago dell'esplosione non vede al di là del suo naso, neanche con gli occhiali.
C'è pure la caricatura degli sposi, lei e lui, orfani di garbo e buongusto.

Io ne ho piene le palle di messaggi subliminali, io voglio idee chiare, confini precisi oltre cui guardare, voglio non essere d'accordo con te, voglio poterlo dire, nell'attimo esatto il cui la ciabatta che mi hai tirato cadrà, e la mia faccia brucerà di dolore.

Voglio che il male che sento abbia un senso!


giovedì 4 febbraio 2016

I miei calzini sono famiglie arcobaleno di tutto rispetto, ma in principio eran mutande.




"In principio era il caos"


Ho un rapporto davvero strano con lo stendibiancheria.

E credo di non essere nemmeno la sola, donna, intendo.

Spiego meglio, odio stirare, o meglio non stiro punto.

Ragion per cui occorre una certa abilità nello stendere perchè gli abiti si asciughino, apparentemente stirati, assolutamente stropicciati.

L'idea di partenza è piu' o meno questa:
Tracciare una linea virtuale a metà dello stendino e dividendo calze di lui, da mutande di lei, camicie di lui, improbabili vestiti di lei.

La cosa si complica quando le mutande di lui occupano dieci posti mentre per  le mutande di lei  bastano pochi cm.

Il caos arriva quando i calzini di lui, e le calze di lei che pur convivono, cominciano spontaneamente a formare famiglie arcobaleno, mentre le mutande urlano che loro al Family Day non ci vogliono andare perchè sanno benissimo cosa succede sotto sotto, lì sotto.

Nel lì sotto delle famiglie tradizionali, dove non solo non batte il sole, ma neanche un vago accenno di illuminazione esteriore prima interiore poi.

Ed è così che mi stanco, ed è così che il mio stendino trasforma l'ordine in disordine, è un'orgia di colori, che non finisce con la centrifuga, perdura, e si fa vedere anche se stesa da principi imposti che si disfano per convinzione.

Almeno da quando sul Pirellone è apparsa la scritta Family Day.

Proprio perchè sono pigra, la mia moralità da stendino ne risente, parto con ordine e finisco con lo stendere a cazzo. A casa vige il principio "chi ben comincia fa un gran casino".

Non ce la faccio ad essere tradizionalmente ordinata, non ce la faccio a sentirmi al sicuro sguazzando nel brodino primordiale del volere comune.

Così lo stendino diventa lo specchio di me, incasinato certo con-fuso sempre.

Fondo in un disordine voluto le nostre mutande, le nostre calze e le nostre vite.

Fondo perchè la vita mi ha regalato un uomo che al mattino mette le calze spaiate senza fare una piega, e mi guarda negli occhi stropicciando la sua faccia in mille smorfie pur di farmi ridere quando qualcosa non va.

La nostra non è comunque una famiglia tradizionale, seppur con tutte le carte in regola per esserlo.
E per carte in regola intendo le scartoffie che stanno a dirti, che sì tu, sei parte del mondo, della comunità e puoi far la comunione.

Lui è lui, io sono una lei.

Nessun cassetto comune da cui pescare mutande a caso, perchè sarebbero state indifferentemente nostre.

Io ho il mio cassetto, lui il suo, lui mi sfila le mutande, io gli sfilo le sue!

Eppure io, le sue mutande le ho indossate, dopo esser stata sotto il diluvio per  aver rincorso un sogno, lui ha indossato le mie, per farmi ridere quando avevo paura.

Forse, inconsapevolmente è  il nostro modo di aderire alla stepchild adoption.

Ogni giorno ci indossiamo a vicenda, ogni giorno adottiamo una l'anima dell'altro.

Facciamo comunione, senza ingozzarci di ostie.
Sacramentiamo molto, senza aspettarci indulgenze.
Viviamo senza confessione, perchè pecchiamo con convinzione nell' essere giusti, per noi, e nei confronti degli altri. 

Giusti tanto quanto tutti coloro che si amano, e che amano.
Dovrebbe bastare.
L'amore intendo!
Dovrebbe non avere sesso.
L'amore.

La stepchild adoption o "adozione del figliastro" o adozione in casi particolari, è un termine che non dovremmo tradurre come gesto d'amore, e neanche usare perchè fa schifo "figliastro", perchè spaventa "casi particolari".
L'amore è necessario per tutti, bambini orfani compresi.
Gli orfani non credo preferiscano, gli orfani necessitano di un amore, che non sa da che parte cominciare, che deve spiegare, che i casi particolari sono loro.

Avanti il primo figliastro!

Figliastro, già, andatelo a dire al maschio vecchio e certo etero che mettete nel presepe, o all'angelo che ha affittato un utero portando in dono solo un cazzo di giglio. E che mi dite delle sorelle che non meritano neanche un nome e dei fratelli di Gesu', forse figli di Giuseppe, o di entrambi, o di nessuno. Certo nati da un uomo e una donna, per carità (e spero con divertimento di entrambi).

 Marco la racconta così:

« Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre »
Ed in principio era il caos?!?!
Non che sul finire si sian chiarite le cose!
Io sto sempre qui che aspetto, che Lui abbia la bontà di rispettare la promessa,  che risorga e mi tenga in considerazione per un eventuale colloquio.
Avrei un paio di cosette da chiarire, e tanto per iniziare da una, non sono nè tuo fratello, tanto meno tua sorella figurasi tua madre, quindi diamoci del Lei!













Qualche mattina fa, lottavo con i panni stesi, ridendo tra me e me...il mio compagno dice che i miei vestiti non capisce come piegarli, e ha ragione, spesso scelgo abiti che non hanno un centro da cui partire, insomma non sono speculari, sono un po come me, " mi piego ma non mi spiezzo, almeno per ora!