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martedì 15 dicembre 2015

Padre figli e spirito santo (distratto)






La mamma è sempre la mamma, di mamma ce n'è una sola e via dicendo...


Anche Elena Boschi ha una mamma, Stefania Agresti, 58 anni, professoressa, che per i comuni mortali già di per se sarebbe una sventura.
Ma Stefania, oltre ad essere madre, è moglie, la moglie di Pierluigi ex vicepresidente di Banca Etruria, quella che assume padre figli e spirito santo, tra i lavoratori della sua filiale.

Senza colloqui e senza imbarazzi.

Ci sarebbe poco da stare allegri, semmai ci sarebbe da consigliare ai capoccioni di applicare l'antidepressivo per eccellenza che in questo periodo in Corea del sud va per la maggiore.
Impiegati vestiti con kimono da eterno riposo, autocelebrazione delle proprie esequie e dormitina nel sarcofago, per farsi passare lo stress, e la voglia di uccidersi. 

Qui il kimono da eterno riposo, agli investitori, lo regala direttamente Banca Etruria al posto della calendario e dell'agenda e per completare in bellezza, alle esequie ci pensa la Professoressa Stefania.

Canta, Vecchioni, non ricorda le parole, ma solo una strofa.

"Forse non lo sai ma pure questo è amore"

Quella canzone che, Stefania romanza spiegando che c’è il padre, che sorregge sulle spalle suo figlio per aiutarlo a vedere meglio un eroe. Si capisce allora che l’eroe è anche il babbo.

E quello stronzo dello Spirito Santo, sul quinto (non uccidere) e settimo comandamento (non rubare) era forse impegnato a cercar vergini a cui donare un g(f)iglio?!?!?

L'eroe odierno ruba ai poveri per regalare ai ricchi.
Io son certa di averla sentita questa favola, l'eroe indossava un'orribile calzamaglia verde mela, con pacco ben ben in vista.

E se il PierPanLuigi ruba, la figlia si stressa, e la mamma, che è pur sempre la mamma manda compulsivamente SMS alla figlia, per consolarla. Poi va andata a casa a fare l'albero, pieno di palle, immagino.

 "La politica ha insegnato prima di tutto a metterci al servizio della comunità", dice.

E via di corsa, alla messa della Domenica mattina, e per far un servizio come si deve, via anche alla raccolta delle offerte dei fedeli, EH?!?!

Dai Elena forza, la mamma ti appoggia, e ti dice avanti tutta anche se il nuovo fa paura, c'è una casa che ti aspetta, l'albero di natale pieno di palle, un paio son di Luigino D'angelo.

Luigino le palle per sopravvivere alla perdita dei suoi denari, le ha regalate a Marcello Benedetti, che le ha puntate su un fondo di investimenti "generoso" con gli amici del tuo papà.

Le vedi? Sono quelle costrette a brillare di più, per non farsi scordare. 
Sono il luccichio che disturba gli occhi, ma non le coscienze, almeno non quelle della tua famiglia.

Elena, io vorrei dirti di seguire il consiglio di mamma tua, che canta per farsela passare, ma forse ha scelto la canzone sbagliata.
Vecchioni, nella canzone Stranamore, canta anche questa strofa...

Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave,
ha più ferite che battaglie, e lui ce l'ha la chiave,
Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli,
ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio,
io che non parto e sto a guardarti
e che rimango sveglio.
Forse non lo sai ma pure questo è amore. 

Forse non lo sai ma Luigino D'angelo, sulla Prua della nave di Caronte, dritto dritto non ci sta, perché, e dovresti saperlo tu, per la chiesa i suicidi portano il peso della vergogna.

E per quanto tua madre consideri tuo padre un eroe, spero che non abbia la forza e il buon gusto di sollevarti, per veder quell'eroe vergognoso accartocciato e schivo.
Servono occhi coraggiosi, serve il coraggio di non fidarsi delle braccia che mostrano gli eroi solo dopo averli uccisi.

Luigino va lasciato in pace, nel riposo eterno che si è meritato, dopo una vita di lavoro, quello vero che accartoccia le ossa e ruba alla vita tempo, in cambio di fatica.

Forse non lo sai ma pure questo è amore.

Buon Natale Elena! 

















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