lunedì 16 novembre 2015
Au nom de quoi
Ho scoperto il moelleux in un piccolo mercato di strada a Parigi.
Sei anni fa.
Ero ospite in un piccolo grazioso appartamento, e la Francia non era in guerra, allora.
Venerdì sera, Andrea mi ha svegliato, "sta succedendo un casino a Parigi".
Mentre cercavo di capire i morti erano già ventotto.
Poi sono diventati quaranta.
Abbiamo spento la televisione all'una passata.
Ho dormito male.
Sabato, ho letto molto, c'è chi ha resuscitato la rabbia e l'orgoglio della Fallaci, senza capacità di riconoscere che quell'orgoglio guerrafondaio ha permesso di alimentare odio, e bombardare l'Iraq, e farci diventare tutti quanti possibili vittime.
Bush, grazie mille!
Belpietro direttore di Libero è stato querelato per il suo titolo "Bastardi islamici", mentre i corpi dei morti erano ancora caldi.
Molti dei miei amici, sui social hanno velato la loro faccia con la bandiera francese.
Sono le prove generali, abbiate pazienza, arriverà a breve il nostro turno, ricordate il verde al posto del blu.
Ad oggi siamo a centoventotto, (terroristi compresi) novantanove i feriti gravi e centonovantadue feriti e basta, quindi non è ancora il "bilancio definitivo".
Continuo a dormire male.
Mi disturba il rimbombo delle parole terrorizzate di chi scappava, le immagini di giovani che trascinano un amico fuori dal Bataclan, senza sapere se il loro gesto servirà a salvarlo, oppure varrà solo un grazie della famiglia per avergli restituito un corpo bucato, da cui la vita è scappata via terrorizzata.
Mi disturba avere paura, mi disturbano le parole di un deficente italiano, che inneggia alla guerra, in una continua campagna elettorale sciacalla.
Mi disturba Assad, che dice che la politica francese ha contribuito al terrorismo e che in Siria è da cinque anni che vivono nel terrore che Parigi ha conosciuto solo in una notte.
Mi disturba aver bisogno di sentire l'Inno francese cantato da chi stava uscendo dallo stadio venerdì.
Mi disturba che, anche noi italiani ci sentiamo a maggior ragione colpiti perchè è morta Valeria, ascoltava il concerto anche lei, venerdì.
Mi disturba sapere che a Parigi ce l'abbia mandata il nostro Stato, che chiede giustizia e offre biglietti di sola andata.
Mi disturba vedere una rosa infilata in un foro di proiettile con un biglietto che chiede au nom de quoi?
Mi distrurba svegliarmi stamattina e leggere che la prima risposta della Francia è stata una pioggia di bombe a Raqqa, in cui sono stati centrate strutture nevralgiche, un centro di addestramento e depositi di munizioni.
Mi disturba sottolineare per gustificare, nessun civile colpito, dicono.
Mi disturbano i balbettamenti su come ci si deve comportare, su come si deve reagire perchè poi i nervi a fior di pelle di chi fugge per un petardo mentre prega i suoi morti, sono la realtà.
Si muore a Parigi come si muore a Beirut, con le stesse modalità.
Si muore in Europa come si muore in Medio Oriente.
Smettiamola di sentirci al sicuro, smettiamola di sentirci diversi.
Smettiamola di credere che il nostro Stato ci proteggerà, distribuendo militari per strada, cazzate, cazzate e ancora cazzate.
E che si fa?
Si spera che non tocchi a noi, a te, a me e alle persone che ami.
Non possiamo fare altro, siamo tutti possibili obiettivi civili, noi, i Francesi, i Siriani, i Keniani, i Russi...
Questi attacchi all'umanità, prevedeno vittime umane che non sempre muoiono per la mano armata da Dio, eppure Dio, lo pregano, o almeno lo prega chi resta.
Umanità è riconoscere le differenze, senza sentirsi dalla parte giusta dei giusti.
Oggi so che potrei essere uccisa non perchè riconosciuta "infedele" da qualche stronzo, che per scoparsi sette vergini è disposto a togliemi la vita.
Potrei essere uccisa perchè ancora vige il Codice di Hammurabi tra gli schiavi del potere, e gli schiavi sono sempre povera gente!
Finchè non ce ne fregherà un cazzo della strage al mercato di Beirut, degli studenti uccisi in Kenia, dei Siriani, che muoiono da cinque anni, finchè ci colpirà solo il lutto di un cugino per ricordarci di essere in pericolo, la paura continuerà a farci rodere il culo.
Quello che noi chiamiamo Stato ci sta usando come ostaggi, e noi paghiamo la guerra con il nostro lavoro, gli interessi con la nostra vita, l'otto per mille per i ceri che accenderanno in nostra memoria.
Moltiplicare i bombardamenti, raddoppierà gli attentati, mi sembra più che evidente, da prima di Parigi.
Putin attacca e muoiono duecentoventiquattro russi in Sinai, meno di una settimana fa.
A la guerre comme à la guerre, e a Parigi muoiono centoventisette Francesi e un'Italiana, quattro giorni fa.
Quel gran coglione di Salvini inneggia alla guerra, e quando Renzi deciderà di attaccare, sperate di non essere nelle liste delle vittime degli attentati, questa è l'unica speranza che ci è data in sorte.
Non stiamo facendo niente? Affatto!
Una cosa la stiamo facendo e pure bene, abbiamo invitato i maggiori importatori di armi, al Consiglio di Sicurezza, a sedere al nostro fianco!
Ecco spiegati i prossimi obiettivi, Roma, Londra e Washington.
Buona fortuna a tutti!
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