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giovedì 28 aprile 2016

Un posacenere vuoto puzza comunque





Fidatevi, ve lo dico da fumartice, un posacenere vuoto puzza comunque.

Il mio puzza, e mi ricorda quanto cogliona io sia a far del male a me stessa. 

Oggi pero' rivendico il mio diritto, ad essere cogliona, nell'intimo di casa mia, insieme al mio portacenere, sebbene neanche io rispetti il sesto comandamento.

Un posacenere vuoto alle quattro del mattino fa compagnia alla mia testa, nel corso della giornata, lui sarà pieno dei miei pensieri fumati e spenti, la mia testa non so.

Per prima cosa dovrei ringraziare l'Avv. dello stragista islamico Abdeslam Salah, per aver fatto chiarezza sul POSAcenere, che io nel dubbio ho sempre chiamato portaPosacenere, per la mia disgraziatissima abitudine di fumare e pensare passeggiando.

Dopodichè la dichiarazione:
«un povero coglione che ha l’intelligenza di un posacenere vuoto, pensa di vivere in un videogioco e del Corano ha letto solo qualche interpretazione su Internet». 

Ecco, assai basita chiedo al mio posacenere adesso pieno, di illuminarmi, ma nulla tace, e continua a puzzare, senza mostrare nessun broncio offeso, eppure dovrebbe, INSOMMA DOVRESTI!

Oh, sveglia, ti hanno detto che sei come l'intelligenza di un terrorista! ALLORA!?!?! 


Sì, esatto proprio quello ha messo sotto scacco noi, ha regalato una scorta al suo Avv. e si è nascosto in casa sua, in attesa che la polizia Belga lo stanasse da sadiodove.

E il coglione è lui?! 
E il mio posacenere senza dignità non fuma nè rabbia nè di tabacco?!

Sarà mica che siam noi,i coglioni abituati a pensare a strategie, macchinazioni varie ed eventuali, e a non vedere quello che abbiamo sotto il naso?!

No dico, dare un senso al male con mille elucubrazioni mettiamo che sia consolatorio, ma a che cazzo serve?!?!

E sentirci soddisfatti di aver catturato un terrorista (che, ribadisco, se ne stava sereno in casa sua), etichettandolo come un coglione, non è che sia una brillante intuizione, e mi fa pensare che i coglioni sono sempre in coppia. 

E il numero due siamo noi!

Se poi ci aggiungiamo pure il peso da cento:
«il web è il massimo che siano in grado di capire». 

Siano? ma siano chi?!? Noi invece tutte le notizie le valutiamo con estrema cura,  quasi fossimo  investigatori di CSI con tanto di tutone bianco e calzari per camminare leggiadri sull'intelligenza nostra e sul vuoto di coscienza di chi scrive!

Ci affidiamo a quello che ci convince di piu', e non andiamo oltre, mai.
Abbiamo perfino perso il gusto di godere dell'odore dell'inchiostro della carta stampata di fresco, niente, leggiamo sul magico world wide web, manco fosse il favoloso mondo di Amelie. 
A differenza sua i sassi non li facciamo rimbalzare noi,
ci rimbalzano contro, quando non siam noi a nascondere la mano.

Lapidazioni continue, tutti contro tutti.

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#mettineunoadminchiam
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fanculo

Internet già, tra due giorni si festeggeranno i trent'anni dalla prima connessione avvenuta in Italia. 
A trent’anni gli ignari connettitori ricordano quel momento con una certezza comune: «Non avevamo capito l’importanza di quello che stavamo facendo, di quanto Internet avrebbe poi cambiato il mondo».
Complimenti per la certezza, presa in pieno!

Trent'anni in cui ci si è connessi più per cercare culi,  che ragioni e sentimenti.
Molti il culo, tra l'altro ce l'hanno rimesso insieme alla vita.

Siamo connessi con le mani, per testa e cuore il discorso non vale, quella sana abitudine alla fatica? svanita in un click!

Le risposte che mi servono oggi sono tante, mi serve ad esempio capire perchè dovrei trovare consolazione nel fatto che sia stato "un povero coglione con l'intelligenza di un postacenere vuoto", a farmi paura.

Un posacenere vuoto puzza comunque, a differenza di questa mattina il mio posacenere ora, puzza di morte e di sconfitta.

La penna fuma, dentro un braciere le cui scintille vengono ossigenate dall'aria che fanno i coglioni girando vorticosamente.

Speriamo non esploda nulla, speriamo non esploda il cuore!

La ragione sì, vorrei esplodesse! 




lunedì 11 aprile 2016

Parola

Kiev II Grantola, un giorno come tanti






 "La parola è per metà di chi parla e per metà di chi ascolta quest'ultimo deve prepararsi a riceverla con l'intonazione che ha, come quando si gioca a palla, chi sta in difesa si sposta e si prepara in funzione del muovimento di quello che lancia il colpo e secondo la sua direzione"

                                                                              Montaigne- l'Esperienza-




giovedì 7 aprile 2016

Vendite porta a porta

E va bene, la paranoia da Auditel è una malattia che colpisce chi lavora in televisione.

Si calcolano le percentuali per capire se ai pirla che stanno davanti alla tv, il programma è gradito oppure no.

I conduttori si svegliano al mattino inquieti, e l'inquietudine accompagna i riti mattutini almeno fino a quando non arrivano in redazione. 

Si cambiano scalette in base al volere di chi?

Mi piacerebbe fossimo noi a poter decidere davvero, ma i noi, sono gli stessi noi che poi, perdono tempo e parole a guardare e commentare "l'isola dei famosi".
Sono fiduciosa, qualcuno di noi, ha casa ha librerie, legge bene, si abitua a pensare, e poi casca nel tranello della bruttezza quotidiana per noia, per stanchezza, per curiosità, per potersi incazzare, indignare senza mai sentirsi offeso.

Ed è questo a preoccuparmi.
E' uno degli orrori che non perdono alla nostra epoca, che ha un ventaglio infinito di possibilità per informarsi e sconsolarsi.

Lo so, lo so, LO SO, siamo tutti porno-consumatori, dovremmo aver capito come va a finire prima, dovremmo giocare d'anticipo.
Per toglierci di dosso quella strafottutissima abitudine di annoverarci tra la schiera degli indignados. 

Dovremmo avere la decenza di cambiare canale. Almeno.
E invece no, tutti lì pronti a cogliere il dettaglio, voyeur di sangue, morte, e ingiustizie. 
Altrimenti non si spiega la diffusione di canali che raccontano amori criminali, vari ed eventuali, dedicato alle donne che devono trovare un colpevole alla loro solitudine, che devono pensare il principe azzurro come un mostro, che hanno bisogno una giustificazione per odiare l'amore, il mondo intero e sentirsi vittime. (cercate di leggere tra le righe, ve ne prego fate uno sforzo anche voi).

Cos'è che ci serve credere?
Cos'è che ci fanno credere?
Io non ci sto proprio, che qualcuno, un qualcuno qualsiasi mi dica che Falcone e Borsellino sono stati pianti dalla mafia, in silenzio e con rispetto.

Ma col cazzo!

Di cosa stiamo parlando? Di quelle tanto osannate regole non scritte, che fanno sì che chi uccide scelga tra le vittime i probabili stronzi e non donne a bambini? 

Questo ci dovrebbe consolare? Ci dovrebbe far dire AH BEH ALLORA!
Uno in meno, avanti così!
Dovremmo ringraziare l'azienda Rai che ci chiede il pizzo (o canone, fate un pò voi) e ci restituisce pomposamente il diritto di informazione, sotto neanche poi tante mentite spoglie?
Dovremmo ringraziare chi scrive un libro al mese, e che ci disinforma con una leggerezza con cui esplode una bomba a Capaci?

Ma che cazzo avete fatto ieri sera? 
Ve lo dico io, vi siete resi responsabili di aver premuto quel bottone! 

Qual'è la spinta nazional-popolare che vi ha riempito la testa e fatto decidere di guardare un pessimo programma con un terribile conduttore che stamattina, si sta accarezzando le mani perchè, sì il colpaccio gli è riuscito. 

Poco importa se vi ha fatto schifo ascoltare, sappiate che fate parte del gruppone, siete stato contati uno per uno e la vostra opinione non interessa, eppure un modo semplice per esprimerla l'avevate, l'avevate eccome!

Ed è vostra, e solo vostra la colpa, delle future programmazioni televisive, e della messa in  messa in onda di queste porcherie.
Siamo  numeri, che fanno Auditel.

Bastava un bottone,schiacciato ieri sera per non sentirsi parte dello Stato che ci fa tanto schifo.

E' bastato un bottone nel 1992 per fare boooom, deve aver pensato Riina.