"Avvisi funebri" di Antongini comincia così: Se un abitante del nostro
globo dovesse fornire la prova ad un suo collega del pianeta Marte di
quanto noi si sia fondamentalmente bugiardi e come l'ipocrisia sia alla
base fondamentale della vita terrestre, dovrebbe in primissimo luogo
mostrargli gli avvisi funebri che appaiono quotidianamente sui giornali.
Ho ascoltato Renzi dimissionario, e trovo "consolazione" in un testo introvabile del 1948, quando in Italia vinse la DC e la Guerra era finita da poco.
Il trionfo della sincerità di Antongini, segue e si trasforma nel trionfo della pornografia tutto nostro.
Ho ascoltato l'ultimo discorso di Renzi, sincero (forse) dispiaciuto (di certo), e ha prevalso sulla ragione, il mio maledetto vizio di cogliere le sfumature, ho visto gli occhi di Matteo cercare quelli di Agnese, subito dopo averla ringraziata.
Ho visto lo sguardo deciso di lei, ricacciare indietro le lacrime di lui.
Che notte difficile la loro, vorrei che almeno avessero fatto l'amore, ma visto che "o cazzo nu vo' pensieri " temo proprio non sia andata così.
Se Renzi avesse fatto "politica" guardando gli Italiani come ha guardato Agnese probabilmente avrebbe convinto.
Il solo fatto di dimettersi dalla vita politica e quindi di "morire" pubblicamente, non convincerà i più, e neanche i meno.
Il fatto che, per di più, si sia fatto fuori con le proprie mani, i cattolici non glielo possono certo perdonare.
Questo peccato non merita il paradiso, e neanche la carità cristiana evidentemente.
Non sono il tipo da morire perché Renzi possa esprimere liberamente il suo pensiero, perché non sono tanto cretina da suicidarmi, e perché in tutta franchezza non mi pare ce ne sia necessità.
Sono più il tipo che lascia dire, fare, baciare, lettera e testamento.
E se il testamento, come in questo caso, conta anche me tra gli eredi, io, evito di festeggiare rumorosamente, evito di essere pecora tra gli huligani dangereux.
E non evito per romanticismo, o peggio per pietà evito perché questo voto mi è costato molto.
Ho pagato con la malinconia, seppur maggioritaria.
Ho pagato privatamente pegno, votando tristemente, senza onorare chi, si è fatto il culo per permettermi di mettere una x.
E mi dispiace.
Mi dispiace non sorprendermi di ciò che sarà.
Ho lasciato (consapevolmente) la strada vecchia, e chi mi accompagnava nella passeggiata.
Ne ho scelto una nuova, e con ogni probabilità, camminerò accanto a un anziano poco saggio, percorrendo una strada nota, che ad andar bene sarà una riesumazione delle strade romane con tanto di lupanari sui marciapiedi.
Spero che l'anziano non abbia tre gambe, il cadenzare legnoso del terzo piede, è un rumore che sa di malandato.
Non calzo bassi sandali in cuoio, ma scarpe progettate per camminare sull'asfalto dai guru della moda e prodotte dai Cinesi per farmi inciampare, e ci si mette pure il bastone.
E non quello che succhiamo al posto dell'osso, magari! Il bastone a cui è appesa la carota che seguiamo, sperando un boccone.
Ehmbè?!
Il punto è, che siamo a un funerale, e abbiamo ai piedi le scarpe sbagliate.
Il punto è, che il bastone non lo seguiamo con gli occhi, ma con il culo, e non ve lo devo dire io che fine farà la carota.
Balliamo sul cadavere del defunto, e sul nostro futuro innamorandoci del fascino delle le fiamme dell'inferno, confondendole con quelle stupidissime dei Rave party, che qualcuno dei nostri ha appiccato per movimentare la situazione.
E abbiamo voglia di ballare, quando ci renderemo conto che la musica è finita?
Eppure la terra sotto i nostri piedi scotta, eppure il culo ci brucia da un bel po'.
Eppure dalla sepoltura accanto qualcosa si sta risvegliando...